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Un libro terribile e avvincente, una storia vera che commuove e fa pensare. Al pari di Se questo è un uomo di Primo Levi e di poche altre grandi opere su alcuni grandi fatti del Novecento.
I più non ritornano, scritto nel 1947, è uno dei diari della ritirata di Russia più forti e sconvolgenti: racconto gli avvenimenti vissuti dall'autore e dai soldati italiani nei
vent'otto giorni che vanno dal pomeriggio del 19 dicembre 1942 alla sera del 17 gennaio 1943, con lo sfondamento del fronte italiano ad opera delle divisioni russe, e la conseguente distruzione del XXXV Corpo d'Armata.
Con nuda intensità narrativa, grazie al grande talento di Corti, uno dei maggiori romanzieri italiani, questo diario-racconto ci fa entrare nell'inferno della guerra. Applaudito dalla critica (Apollonio,
Nascimbeni) e salutato da un grande successo di pubblico fin dal suo primo apparire (ben otto le edizioni), ora l'opera trova una nuova valorizzazione editoriale.
E si propone con la sua drammatica attualità.
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