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Sono ormai vent’anni che il Nord, la parte più dinamica e ricca del
paese, manifesta in vari modi il proprio disagio.
In passato lo ha fatto affidando con forza la delega politica a un partito
che esprimeva gli interessi del territorio regionale, la Lega Nord.
Oggi invece manifesta il suo rancore con un atteggiamento di sfiducia nel
complesso del mondo politico, e in particolare nei confronti dei partiti di
centro-sinistra.
La politica viene accusata di essere troppo lenta nel risolvere i problemi
posti dallo sviluppo produttivo, ma anche di avere un atteggiamento
vessatorio, per esempio sulla questione fiscale generale e soprattutto nei
confronti del cosiddetto “mondo delle partite Iva” (ormai circa sette
milioni in tutta Italia).
Il Nord in realtà si trova di fronte a una sfida
importante perché sotto sforzo per poter competere a livello mondiale.
Per fare questo, la richiesta è rivolta affinché la politica tenda a
riterritorializzarsi: non ha difatti bisogno di una politica “di
sorvolo”, ma di accompagnamento concreto dei territori in Europa e nel
mondo.
Per capire com’è cominciata, il libro muove dalla Lombardia degli
anni ottanta, ricostruendo in modo articolato la trasformazione produttiva
che ha modificato in modo profondo la regione, anche e soprattutto nei
comportamenti sociali.
In seguito, l’analisi si incentra sul “Nordest” e soprattutto sul
cosiddetto “asse pedemontano”, la chiave di volta della piccola impresa
veneta. Le conclusioni sul caso veneto sono indubbiamente interessanti: in
questa macroregione si assiste difatti alla diffusa incorporazione di
elementi terziari avanzati nelle produzioni manifatturiere. È questo il
terreno di incontro tra capitalismo di territorio e capitalismo delle reti,
che tende a dare centralità alle funzioni metropolitane.
La parte conclusiva del saggio si rivolge infine a
esplorare il nodo politico e sociale più cruciale dell’intera questione.
Come è possibile oggi ricreare la società?
Come è possibile dare forma al bisogno di comunità e identità in una fase
ormai fortemente segnata da fenomeni diffusi e schizoidi di individualismo
proprietario?
Qual è il ruolo possibile della politica in tutto questo
L'autore
Aldo Bonomi (Sondrio 1950) è direttore
dell’Istituto di ricerca Aaster e consulente del Cnel. Ha fatto parte
dell’organismo internazionale di studiosi e imprenditori noto come
“Gruppo di Lisbona”. La sua analisi sulle trasformazioni sociali in atto
si è articolata in molti volumi:
Il trionfo della moltitudine. Forme e conflitti
della società che viene, Bollati Boringhieri 1996;
Il capitalismo molecolare. La società al lavoro nel Nord Italia, Einaudi
1997;
Il capitalismo personale. Vite al lavoro (scritto insieme a Enzo Rullani),
Einaudi 2005;
Piccole imprese crescono. Fare rete in un'area metropolitana (scritto
insieme a Enzo Rullani), Egea 2005;
Che fine ha fatto la borghesia? Dialogo sulla nuova classe dirigente in
Italia (insieme a Massimo Cacciari e Giuseppe De Rita), Einaudi 2004;
La comunità maledetta. Viaggio nella coscienza di luogo, Einaudi 2002;
Il distretto del piacere, Bollati Boringhieri 1999
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