Vittorio
Gregotti
Contro la fine
dell'architettura
Vittorio Gregotti, protagonista dell'architettura italiana e internazionale, torna a interrogarsi sullo statuto di un'arte che è anche disciplina dotata di senso autonomo e di responsabilità sociale.
Se
le arti hanno, come le altre discipline, una storia e una mutazione nei
territori di ricerca oltre a teorie e fondamenti, allora anche l'architettura può
essere considerata una disciplina. E il territorio disciplinare
dell'architettura si è modificato nel tempo, insieme alle condizioni tecniche
del suo farsi e al suo posto nella società.
Da ultimo, il cambiamento nelle condizioni di produzione e riproduzione delle
immagini delle arti nella vita quotidiana è stato tanto traumatico da mettere
in discussione i confini della disciplina architettonica. Fino a confonderne i
compiti e i fondamenti, al limite della liquefazione.
«L'architettura rischia la liquefazione, sulla spinta del cambiamento nella
produzione e riproduzione delle immagini. Da qui l'urgenza di ripensarne i
confini, nel contesto dell'interdisciplinarietà, come pratica artistica dotata
di senso proprio».