Paola Mastracola
E SE COVANO I LUPI?
In questo «romanzo di animali» il lupo è un filosofo, uno che ama starsene
a pensare e scrivere, ma che improvvisamente vuole diventare meno astratto. La
sua consorte anatra è un'anatra e basta, che svolazza spensierata ma ora si
chiede se ai suoi figli, quando nasceranno, piacerà una madre che non sa niente
del mondo.
Hanno solo ventotto giorni, il lupo e l'anatra, per diventare quello che non
sono: il tempo che ci metteranno le loro uova a schiudersi, il tempo di covare o
svolazzare e prepararsi a essere genitori: il misterioso, e irripetibile, tempo
dell'attesa.
E se il lupo cova al posto dell'anatra... l'anatra intraprende un suo viaggio
personale, tutto anatresco, dove incontra gatte giornaliste, struzzi direttori,
tacchini chiassosi e treni che non fanno mai fermate; mentre il lupo, seduto
immobile a covare al centro di una prateria, trova l’amico della sua vita, un
vecchio riccio brizzolato afflitto di solitudine, ma anche incappa in volpi che
lo invidiano, sanguisughe che lo intervistano, gufi benpensanti che lo legano a
un albero. Finché le uova
Un brano
"Covava, covava, non la smetteva più. Sembrava che nella vita non avesse
mai fatto altro. Così, di colpo. Una mutazione irreversibile. Prima uno è una
persona normale, va e viene, lavora, scola la pasta, prende il treno, compra il
tonno al supermercato, sprimaccia i cuscini di piuma, fa body-building: cose
normali insomma. E poi di colpo... cova! Più nient’altro, tutto azzerato, il
mondo se n’è andato da un’altra parte e uno se ne rimane lì con quell’unica
cosa da fare: covarsi le sue quattro uova.
Tre, per l’esattezza.
Il lupo tornava a casa e trovava la sposa accovacciata per terra con quell’aria
serena, che si ha di fronte a cose che è normale, e quindi bello, che accadano.
Come a dire: sono un’anatra che cova, e allora?
O meglio ancora: sono, dunque covo.
Fu lì, davanti alla sua anatra covante, che il lupo decise di non voler più
essere così astratto. Voleva diventare concreto."
L'autrice