Modernità totalitaria
Il fascismo italiano
a cura di Emilio Gentile
Progresso tecnologico, sviluppo economico, potere sulla natura, controllo sul
proprio destino: in poco più di un centinaio di anni la modernità sconvolge
una condizione umana legata ad assetti millenari.
Eppure quelle conquiste sono segnate da un ambiguo marchio di contraddittorietà.
La civiltà moderna, mentre emancipa gli uomini da epidemie, carestie, servitù
e ignoranza, produce nuove miserie e innesca guerre sempre più letali; mentre
esalta il principio dell’eguaglianza e della sovranità popolare, si fa culla
di una nuova forma di tirannide politica, il totalitarismo.
L’Italia fascista è il primo fra i paesi occidentali a
vivere un’esperienza del genere (tanto che il termine ‘totalitarismo’ è
di conio italiano).
In questo libro alcuni tra i maggiori storici nazionali e internazionali
illustrano il carattere del regime fascista come espressione di una modernità
totalitaria.
La loro tesi – che fino a pochi decenni fa avrebbe suscitato un coro di
protesta e condanna mentre oggi ha un proprio rilievo nella storiografia
internazionale – è che il fascismo sia stato un esperimento politico moderno
nato da tensioni e conflitti caratterizzanti la modernità, con la capacità di
proporre in molti suoi aspetti, dalla sacralizzazione della politica alla
mobilitazione delle arti, dalla organizzazione del consenso all’antagonismo
con il bolscevismo, soluzioni politiche, culturali e sociali che gli italiani
giudicarono più efficaci del liberalismo e del comunismo nell’affrontare e
guidare i processi sconvolgenti della modernizzazione.
Presto milioni di europei avrebbero compiuto la stessa scelta.
Sommario
Parte prima .Fede e repressione