"Perché dovremmo dirci cristiani? Oggi siamo liberali, e perciò
non c'è bisogno di rivolgersi al cristianesimo per giustificare i nostri
diritti e libertà fondamentali. Siamo laici, e perciò possiamo considerare
le fedi religiose come credenze private. Siamo moderni, e perciò crediamo
che l'uomo debba farsi da sé, senza bisogno di guide che non derivino dalla
sua propria ragione. Siamo figli della scienza, e perciò ci basta il sapere
positivo, provato e dimostrato.
Senza contare il resto.
In Europa stiamo per unificarci, e dunque dobbiamo evitare di dividerci
menzionando il cristianesimo fra le radici dell'identità europea. Nel mondo
stanno rinascendo guerre di religione, e dunque dobbiamo evitare di
accendere altri focolai. In casa nostra stiamo integrando milioni di
islamici, e dunque non possiamo chiedere conversioni di massa al
cristianesimo.
Dentro le nostre società occidentali stiamo attraversando la fase
della massima espansione dei diritti, e dunque non possiamo consentire che
la Chiesa interferisca e ne ostacoli il godimento. E così via.
Questo libro intende rifiutare tutti questi perciò e dunque.
Non c'è dubbio che siano diffusi: li leggiamo sui libri e sui giornali, li
sentiamo alla televisione e nelle aule universitarie, li ascoltiamo dalla
voce di tanti intellettuali, li vediamo all'opera nell'azione di tanti
politici. Ci bombarda da così tante parti, questa negazione della
religione, in particolare questa apostasia del cristianesimo, che c'è solo
da meravigliarsi che qualcuno ancora si opponga.
Io mi oppongo.
La mia posizione è quella del laico e liberale che si rivolge al
cristianesimo per chiedergli le ragioni della speranza.
Non si tratta di conversioni o illuminazioni o ravvedimenti, tutte cose
importanti, delicate e rispettabili ma che attengono alla sfera della
coscienza personale di cui qui non faccio questione e ancor meno esibizione.
Si tratta di coltivare una fede (altra espressione
appropriata non c'è) in valori e principi che caratterizzano la nostra
civiltà, e di riaffermare i capisaldi di una tradizione della quale siamo
figli, con la quale siamo cresciuti, e senza la quale saremmo tutti più
poveri."
L'autore
Marcello Pera (Lucca, 1943), già
ordinario di Filosofia teoretica all¿Università di Catania e di Filosofia
della scienza all'Università di Pisa, è senatore dal 1996. Durante la XIV
Legislatura (2001-2006) ha ricoperto la carica di Presidente del Senato.
Ha pubblicato in Italia e all'estero numerosi libri di argomento filosofico.
Presso Mondadori è uscito nel 2004, scritto con Benedetto XVI (allora
Cardinale Joseph Ratzinger), Senza Radici. Europa, relativismo,
cristianesimo, islam.
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