Salute mentale e
organizzazione che cura
di Bicegi Livia - Brandolin Cristina - Cociani
Annamaria - Fascì Adriana - Semeria Nicoletta
Infermiere, spazi, azioni, vissuti di cura
Ci voleva, era ora, un saggio - che definisco manuale di
nursing della salute mentale - dal luogo in cui Franco Basaglia realizzò la
de-istituzionalizzazione del malato tanto da convincere il legislatore che
quella era la strada da percorre.
Di quella strada, di quell'etica dei diritti, ne danno testimonianza gli
infermieri enfatizzando il ruolo dell'organizzazione dei servizi.
Il tema centrale del volume è esplicito e convincente: l'organizzazione può
guarire, curare e prevenire, oppure favorire o determinare malattia e
complicanze a volte irrimediabili. La necessità dunque è quella di avere una
bussola di valori condivisi che aiutino a progettare e pianificare
organizzazioni che curano e che perseguano il cambiamento e l'innovazione.
La trama si snoda come in un testo letterario; infatti, lavorare nella salute
mentale è entrare nelle storie della gente in punta di piedi, per ricomporre
significati infranti e leggere complessivamente i bisogni qualificandoli come
diritti.
Questa capacità di realizzare affreschi di vita può venire solo dall'emisfero
destro, dalle attitudini umanistiche che sono il primo imprescindibile requisito
per chi opera in questo campo.
Il nursing anche qui è arte della presa in carico, dove l'accoglienza è snodo
organizzativo insostituibile.
È anche garanzia di continuità terapeutica, di programmazione personalizzata
attraverso la contrattazione e negoziazione del progetto di cura.
La garanzia dei diritti non può prescindere da servizi attivi 24 ore su 24,
sette giorni su sette, in uno spazio di cura adeguato, pro-attivo, a bassa
soglia, integrato nella comunità dove la gente vive (dalla Prefazione di Danilo
Massai).