Un’affascinante ricostruzione,
dalla storia dell’arte a quella delle religioni, di un simbolo tanto vasto
e profondo come quello dell’occhio
L’occhio è il più prezioso fra gli organi di senso e
il suo dominio sugli altri ha permesso all’intelletto umano di dar vita
alla civiltà. Vedere significa prendere coscienza dell’ambiente: equivale
a «sapere», possedere il mondo, dominarlo.
Poiché dipende dalla luce che riceve, fonte della vita stessa,
l’occhio è l’organo essenziale della vita dell’uomo, e della sua
individualità.
Per questi e mille altri motivi, l’occhio è stato da sempre al centro
della cultura umana: trasformato in simboli, al centro di riti, protagonista
di metafore.
Il grande archeologo svizzero Deonna, in questo affascinante libro,
frutto di una vasta erudizione, racconta e spiega, partendo dalle civiltà
più antiche e lontane, perché, ad esempio, si chiudano gli occhi ai morti,
oppure perché Dio e le divinità siano state rappresentate sotto forma di
occhio.
Le Symbolisme de l’oeil fu pubblicato postumo nel 1965 a Parigi e viene
per la prima volta tradotto in italiano, con un ricco apparato di note che
completa quelle dell’autore.
L'autore
Waldemar Deonna (1880-1959),
figlio del viceconsole di Danimarca, Svezia e Norvegia in Svizzera, e di una
danese, compì i suoi studi alla Scuola francese di archeologia di Atene.
Dal 1920 al 1955 fu professore di archeologia classica a Ginevra. Nel 1932
fondò l’importante rivista «Genava». Dal 1922 fu inoltre direttore del
Museo di arte e di storia e del Museo archeologico di Ginevra e, dal 1950,
diresse la nuova Biblioteca di arte e di archeologia.
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