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La fine del secondo conflitto mondiale
lascia sullo scenario europeo, segnato dai lutti e dalle distruzioni, una
moltitudine di persone che nel corso della guerra sono state deportate o
hanno dovuto abbandonare il proprio paese.
Nella sola Germania occidentale sono circa sette milioni.
Frutto di un'approfondita ricerca originale, il volume riporta alla luce
questa storia largamente dimenticata.
L'autrice espone in primo luogo le politiche adottate dagli Alleati per
risolvere la questione delle "displaced persons", dai primi piani
di rimpatrio ai successivi programmi di emigrazione nei paesi occidentali.
Ricostruisce poi la quotidianità dei campi di raccolta, attraverso le
storie di uomini, donne e bambini che hanno alle spalle l'esperienza della
deportazione o della fuga, vivono la precarietà del presente e devono
confrontarsi con le incertezze del futuro.
Nel concreto di quell'esperienza umanitaria trova origine l'approccio delle
società contemporanee alla questione dei profughi e vengono poste le basi
del regime internazionale per i rifugiati ancora oggi vigente
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L'autore
Silvia Salvatici insegna Storia del
mondo moderno e contemporaneo e Storia delle donne all'Università di Teramo
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