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«Milioni
e milioni di russi, in forme e modi diversi, hanno legato la propria sorte e
la propria vita alla sorte e alla vita degli invasori pur di combattere il
potere sovietico.»
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Durante il conflitto in
Europa, circa 3 milioni di russi affiancarono le forze armate di Hitler.
Dal Caucaso ai Paesi baltici, dall’Ucraina alle pianure attraversate
dal Don e dal Volga, si schierarono con gli invasori e presero le armi per
battersi contro l’Armata Rossa.
Quando fu evidente la sconfitta della Germania, masse di militari e civili
provenienti dai territori occupati ad est dalla Wehrmacht preferirono
seguire l’alleato in ritirata e rifugiarsi in occidente piuttosto che
ritornare sotto il giogo di Stalin.
Gli anglo-americani, cedendo alle pressioni di Mosca, consegnarono tutti i
russi anticomunisti, contro la loro volontà e con cinismo, nelle mani del
boia sovietico: cosacchi, baltici, caucasici, ucraini, donne, vecchi e
bambini furono così condannati a morte certa, destinati a riempire fosse
comuni o i campi dell’Arcipelago Gulag.
Un’oscura e tragica
pagina, in particolare quella dell’armata del generale Vlassov, ancora
oggi poco conosciuta o ignorata, raccontata sulla base di un’attenta
ricerca condotta su documenti, scritti, diari e testimonianze dell’epoca
L'autore
Adriano Bolzoni
(1919-2005),
combattente in Grecia e Montenegro, poi corrispondente di guerra, è stato
direttore de «Il Borghese» e appassionato studioso di questioni
storico-militari. È stato regista e sceneggiatore. Con Mursia ha pubblicato
Allah Akbar (1997).
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