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La nuova torre progettata da Renzo Piano rovinerà lo skyline di Torino?
L'edificio ideato dall'architetto americano Richard Meier per contenere l'Ara Pacis di Roma, divenuto addirittura pretesto di scontri politici, grida davvero vendetta al cielo?
La pensilina disegnata dal giapponese Arata Isozaki per il museo degli Uffizi di Firenze è veramente il mostruoso sfregio alla città che alcuni temono?
E il ponte di Calatrava a Venezia?
E i nuovi grattacieli che stanno per sorgere a Milano?
L'Italia sembra aver
ingaggiato un'acritica battaglia in difesa del "bello" a tutti i costi. Ogni iniziativa architettonica o artistica che non sia una semplice difesa dell'esistente viene vista come un attacco al buon gusto, al paesaggio e al patrimonio storico e ambientale del nostro paese.
Ma siamo davvero sicuri che la difesa della tradizione non finisca per diventare una condanna all'immobilismo?
E questa concezione dogmatica della bellezza non sarà una semplice maschera dietro cui si nasconde il nostro eterno provincialismo?
Con questi interrogativi, Francesco Bonami intraprende un viaggio in Italia al di fuori degli schemi e delle convenzioni, "fatto un po' a memoria e un po' a vanvera" e animato da quella irriverenza che lo ha reso famoso.
Sotto inchiesta è il nostro proverbiale, e forse malinteso, senso estetico che ci spinge a guardare con diffidenza, e in molti casi a ostacolare, ogni iniziativa urbanistica e architettonica che non rientri nei tradizionali e un po' stantii canoni del Bel Paese.
Tra controverse opere
architettoniche e monumentali installazioni artistiche, Bonami offre una lettura poco convenzionale di molti rappresentanti dell'arte contemporanea italiana, a seconda dei casi sopravvalutati, sottovalutati o penalizzati da un contesto culturale angusto e autoreferenziale come il nostro: da De Chirico a
Guttuso, passando per Morandi, Annigoni, Burri - che "se lo avessero avuto gli americani ne avrebbero fatto un Rauschenberg " - e altri ancora, noti e meno noti.
Non mancano i riferimenti a sculture che hanno scandalizzato l'opinione pubblica: dalla rana crocifissa di Martin
Kippenberger, che ha suscitato violente proteste in Sud Tirolo, all'uomo nudo dell'artista polacco Pawel
Althamer, "che volteggiava nel cielo di Milano" e "voleva solo raccontare il sogno di tutti i bambini: volare".
Sferzante, caustico, scorrettissimo come sempre, Bonami attraverso l'arte ci indica un modo diverso di guardare all'Italia, al suo immenso patrimonio culturale e al suo rapporto con la cultura contemporanea.
E ci spiega perché il nostro paese, anche laddove sembra tradire la sua eredità di bellezza e il suo grandioso passato, a ben guardare dopotutto non è brutto. Perché è solo cambiando che si può tornare a crescere
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L'autore
Francesco Bonami (Firenze, 1955) è curatore della Biennale del Whitney Museum of American Art e direttore artistico delle fondazioni Sandretto Re Rebaudengo e Pitti Immagine
Discovery. È curatore della mostra Italics a Palazzo Grassi e co-curatore della mostra di apertura del museo di arte contemporanea di Punta della Dogana
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