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Il surriscaldamento del clima, lo stupefacente livellamento - favorito dalla globalizzazione - degli stili di vita di un numero crescente di persone e la brusca impennata demografica degli ultimi decenni hanno trasformato la Terra in un pianeta «caldo, piatto e affollato», alterando pericolosamente gli attuali equilibri naturali, sociali ed economici. Fra pochi anni, gli effetti del dissennato sfruttamento delle risorse e della produzione di quantità sempre maggiori di gas serra e altre sostanze inquinanti
si mostreranno in tutta la loro drammaticità.
Ma è ancora possibile fare qualcosa per scongiurare la catastrofe?
E se sì, che cosa?
È a questa domanda che Thomas L. Friedman, giornalista da sempre impegnato nella battaglia ecologista, si propone di rispondere, accantonando le argomentazioni della retorica ambientalista e affondando impietosamente lo sguardo nelle molte negligenze - volontarie o involontarie - che hanno portato alla situazione attuale.
Il primo passo da compiere per evitare la massiccia estinzione di specie vegetali e animali - con enormi ripercussioni anche sulla vita dell'uomo - è, a suo avviso, l'elaborazione e la rigorosa applicazione di una strategia sistemica in cui l'interazione delle scelte operative indispensabili (ricavare energia pulita da fonti rinnovabili, migliorare l'efficienza energetica e adottare un'etica della conservazione delle risorse) crei i presupposti di una rivoluzione «verde» globale del modo di produrre e di vivere, che può costituire il volano per una crescita economica impetuosa. Realizzare questo ambizioso progetto, però, sarà possibile solo se gli Stati Uniti riusciranno a superare il trauma dell'11 settembre e a riconquistare la leadership mondiale anche in questo settore - uno degli obiettivi prioritari dell'agenda del nuovo presidente Barack Obama -, ovvero diventeranno il paese in cui l'impiego di tecnologie avanzate per rendere più economici, vantaggiosi e affidabili i sistemi eolici e solari già esistenti sia associato a severi provvedimenti legislativi sulla riduzione delle emissioni inquinanti, a incentivi fiscali per promuovere il risparmio sui consumi e a interventi di mercato per rendere durevole la domanda di energia pulita. Lo sforzo richiesto per vincere questa sfida è immane, poiché comporta l'affrancamento dalle lobby del petrolio, l'adozione di politiche che potrebbero rivelarsi, nel breve periodo, impopolari e il definitivo abbandono di stili di vita improntati esclusivamente a logiche di profitto e individualistiche, nella più totale indifferenza per i problemi del pianeta e per le generazioni future. E
d'altro canto il tentativo non può essere rinviato, non solo perché non ci sarà un'altra occasione, ma perché la posta in gioco è il benessere, la salute e, in ultima istanza, la sopravvivenza stessa del genere umano. L'autore
Thomas L. Friedman, editorialista di politica estera del «New York
Times», ha vinto tre volte il premio Pulitzer. Autore di numerosi libri di successo, da Mondadori ha pubblicato: Da Beirut a Gerusalemme (1990), Le radici de
l futuro (2001), Il mondo dopo l'11 settembre (2003) e Il mondo è piatto (2006). : |