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Ciò che i cristiani credono può essere riconosciuto come vero?
A quali condizioni? Se la fede non può sottrarsi all’istanza critica della razionalità,
a queste domande occorre rispondere, accettando le nuove sfide del nostro contesto culturale, pluralistico e interreligioso.
È una questione di rispetto per il dono della fede ed è una forma di sollecitudine verso coloro che cercano la verità. : La presentazione critica della fede è, per chi crede, una questione di rispetto per il
dono della fede – per consentirle di mostrare integralmente la sua qualità di verità destinata a tutti gli uomini – ed è una forma di sollecitudine verso coloro che cercano la verità. Sulla scorta di questa convinzione il
volume si propone di rispondere alla domanda:
«A quali condizioni quanto credono i cristiani può essere riconosciuto come vero?».
Dio si è autocomunicato in Gesù. Questa iniziativa divina richiede una corrispondenza, da parte umana, che include il vaglio dell’intelligenza.
Perciò la fede non può essere sottratta all’istanza critica della razionalità nelle sue effettive mediazioni culturali. Il sospetto che una verifica critica sia di principio superflua o dannosa esporrebbe peraltro la fede ad un volontarismo arbitrario.
Il testo si incarica di mostrare che la filosofia, in qualità di riflessione sistematica e rigorosa sulla singolarità dell’esistenza umana, è interlocutrice privilegiata del sapere teologico, volto ad esplicitare la portata universale dell’evento singolare di G
esù di Nazaret. Nel conseguimento di questo obiettivo, che impone di superare l’esteriorità della ragione alla fede, la teologia fondamentale offre legittimazione scientifica alla teologia tutta.
Il libro si rivolge a quanti, per ministero o per passione, vogliono rendere ragione della fede cristiana, accettando le nuove sfide di un contesto pluralistico e interreligioso. M |