M
I contatti con il mondo avvengono attraverso stimoli sensoriali che, rielaborati, diventano simboli carichi di significato: è questo quanto rende uomo l’uomo. In otto tra i suoi saggi più recenti, Jürgen Habermas si confronta con alcuni tra i maggiori pensatori del Novecento e riunifica i «frammenti di una storiografia filosofica contemporanea».
Alla questione di fondo, se gli appartenenti a culture diverse possano in generale incontrarsi su un terreno comune di intesa e in che cosa questa universa
le comunione che tutti unisce eventualmente consista, vengono spesso date risposte contrarie e semplificate. L’universalismo consapevole di sé della tradizione occidentale muove dall’unità di una ragione innata in tutti gli uomini.
Gli si contrappone un autocontraddittorio relativismo, il quale parte dal fatto che in tutte le tradizioni forti albergano criteri del vero e del falso loro propri e per l’appunto incommensurabili. Mentre l’universalismo astratto getta al vento le idee delle scienze storiche dello spirito, il relativismo se ne fa sopraffare. In questo volume
Habermas, confrontandosi con grandi filosofi e intellettuali contemporanei consapevoli dell’importanza dei miti, dei simboli, dell’apporto delle culture religiose, ma coerentemente fedeli al metodo critico-analitico e a un approccio discorsivo, approfondisce e difende le ragioni di un razionalismo consapevole e aperto al dialogo tra le culture.
Indice
1. L’energia liberatrice della figurazione simbolica. L’eredità umanistica di
Ernst Cassirer e la Biblioteca Warburg
2. La lotta delle potenze della fede. Karl Jaspers e il conflitto delle culture
3. Fra le tradizioni. Una «laudatio» a Georg Henrik von Wright
4. Ricercare, nella storia, l’Altro della storia. Sul «Sabbatai Zwi» di Scholem
5. Un architetto con fiuto ermeneutico. La via del filosofo Karl-Otto Apel
6. Israele o Atene: a chi appartiene la ragione anamnestica? Johann Baptist Metz per l’unità nel pluralismo multiculturale –
7. Libertà comunicativa e teologia negativa. Domande a Michael Theunissen
8. Un’utile talpa che distrugge il bel prato. Il Premio Lessing conferito ad Alexander Kluge M |