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Influenze bizantine, echi classici, linguaggi locali: l'affascinante complessità del romanico veneto
Il romanico nel Veneto presenta una ricca gamma di panorami ,artistici differenziati e polarizzati intorno ai centri che per ragioni politiche ed economiche ebbero uno sviluppo maggiore tra i secoli XI e
XII.
La basilica di S. Marco a Venezia, per ricchezza formale e splendore della decorazione, ha catalizzato la maggior parte degli studi; ma ancor prima del rinnovamento della Chiesa di Stato veneziana (sec
onda metà del secolo XI), venne completata nella sua veste sontuosa la Cattedrale di Torcello - le cui prime stesure musive furono realizzate da maestranze bizantine in trasferta (come poi sarà anche per S. Marco) - e venne fondata l’importante abbazia ducale di S. Nicolò di Lido, lontana dagli odierni flussi turistici e ormai quasi dimenticata. Di lì a poco, a cavallo dei secoli XI e
XII, sulla scia del cantiere marciano, vennero rinnovate le cattedrali di Equilo-Jesolo e di Carole, mentre nel 1141 si concluse la basilica dei Ss. Maria e Donato a Murano. Padova e Treviso conservano poche evidenze dei secoli che qui interessano, quanto basta, però, per comprendere come il diffondersi dell’influsso veneziano andasse trasmutandosi nell’incontro con la tradizione romana antica delle città venete, come ad esempio vediamo nella costruzione assai singolare di S. Sofia a Padova.
A Feltre il santuario dei Ss. Vittore e Corona, un monumento unico nelle sue particolari caratteristiche architettoniche, è
emblematico del connubio tra l’eccellenza della cultura artistica veneziana e la prassi costruttiva di ascendenza ‘lombarda’ che talvolta s’incontra nell’entroterra.
A Verona, nello stesso periodo dei cantieri torcellano e di S. Marco, si ricostruirono in nuove forme le più importanti abbazie cittadine di S. Zeno e di S. Fermo Maggiore, nelle quali si formarono quegli artefici che in pochi decenni rigenerarono secondo un nuovo linguaggio, improntato di elementi classicheggianti, la quasi totalità degli edifici
della città, tra cui la cattedrale, e della diocesi, tutt’ora esistenti in numero significativo. Vicenza ha nell’abbazia dei Ss. Felice e Fortunato il monumento più importante, mentre le altre chiese hanno molto di più risentito delle
successive trasformazioni e ricostruzioni. Nella diocesi di Adria-Rovigo le indagini sul romanico sono ancora in una fase iniziale, tuttavia nella ricerca dell’antica Adria romana è probabile che si troveranno altri importanti resti della città medievale, come l’originaria cattedrale coi suoi tanto preziosi, quanto lacunosi, affreschi databili intorno al Mille. M |