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«Il mio scopo è esaminare le continuità e creare connessioni – dichiara Margaret Doody annunciando le intenzioni di questa analitica storia del romanzo che sovverte radicati luoghi comuni
Questo libro è la rivelazione di un segreto molto ben tenuto, e cioè che il romanzo come forma di letteratura in Occidente ha una storia continua lunga circa duemila anni.
Questo, ovviamente, non è affatto un ‘segreto’. Qualsiasi testo che proponga una storia completa del romanzo cita i romanzi del
l’antichità, ma di solito con noncuranza, spesso semplicemente con note in calce. A quanto pare abbiamo fatto un grande investimento esibendo trionfalmente il romanzo come la forma dei tempi moderni, e per di più tutta occidentale. Negli ultimi duecento anni, nel raccontare la nostra storia, non siamo stati del tutto sinceri in Europa Occidentale e in America.
Un’analisi riveduta del romanzo significherà una visione riveduta di ciò che costituisce il concetto occidentale di ‘personalità’.
«Il primo compito di questo libro nella Parte prima dev’essere di recuperare i romanzi antichi per il lettore, in primo luogo attraverso la descrizione degli esempi più rilevanti di romanzi in greco e latino, e in seguito attraverso l’esame dei loro contenuti, temi e tecniche.
La Parte seconda spiega prima di tutto come i romanzi in greco e latino siano sopravvissuti e abbiano influenzato la letteratura del Medioevo, e poi come abbiano esercitato, grazie ad un impetuoso impulso di rinnovata popolarità, una marcata influenza sugli sviluppi letterari dal quindicesimo al diciottesimo secolo. La Parte terza abbandona il metodo storico e si occupa dei temi. Qui esamino le metafore o immagini metaforiche, oppure, come li chiamo io, i ‘tropi del romanzo’. L’approccio sarà tematico, e non cronologico.
Romanzi di epoche diverse si ritroveranno l’uno accanto all’altro; romanzi del 250, 1560, 1840, 1980, 1750 potranno essere messi insieme in una sorprendente combinazione, per mettere in rilievo le somiglianze e le continuità.» M |