M
«Il racconto copre sette anni della vita di nostro figlio Lluís Serra Pablo, alias
Llullu, nato con una grave encefalopatia che la scienza neurologica non è stata ancora in grado di definire. Il linguaggio popolare se la cava con la formula di paralisi cerebrale e il linguaggio burocratico la valuta come una disabilità con un grado di menomazione dell'85 per cento.
In casa, però, tutte queste etichette contano poco. Lluís è il nostro secondo figlio. Ha esigenze un po' peculiari, ma questo signif
ica soltanto che dobbiamo stare più attenti, a causa della sua fragilità. Il nostro obiettivo è che né sua sorella né noi rinunciamo a fare nessuna delle cose che faremmo se lui non fosse costretto ad affrontare la vita al 15 per cento del rendimento.
Non è sempre possibile, ma la maggior parte delle volte è solo questione di farle in un altro modo. In Quieto ho cercato una forma narrativa per descrivere l'ambivalente stato emotivo suscitato da un figlio che non progredisce adeguatamente.
Uno stato spesso esposto all'aggressione del dolore, ma in cui predominano la gioia e una certa sensazione di rapimento.
Mi è sembrato che il modo migliore fosse recuperare scene concrete fissate nella memoria e metterle in movimento.
Ricordi pieni di luce.
Con i pezzi di questo diario di bordo ho voluto comporre uno specchio.
Dorian Gray ha venduto l'anima al diavolo per poter essere, più che immortale, immutabile, mentre il tempo modificava inesorabilmente il ritratto invisibile che aveva nascosto in soffitta. Qui il processo si inverte. Nostro figlio non è invisibile e non è il ritratto di nessuno, anche se somiglia ai suoi genitori e a sua sorella. Lui e quelli come lui sono come specchi. Tutti noi che ci guardiamo in loro invecchiamo in modo diverso. Se Dorian Gray avesse conosciuto un llullu non si sarebbe mai accontentato dell'immutabilità dei presunti immortali. Avrebbe imparato a guardare invece di voler essere guardato. A invecchiare. Molto probabilmente non avrebbe voluto farsi ritrarre, ma essere un ritratto.»
Un libro unico, emozionante, feroce e tenero, di storie autobiografiche e di riflessioni molto intime che racconta con toni per nulla drammatici - anzi, a volte quasi umoristici o addirittura sarcastici - le situazioni nelle quali l'autore si è venuto a trovare a causa della condizione del figlio.
Uno squarcio intelligente e pieno di vitalità su un'esperienza personale nella quale ogni ostacolo si trasforma magicamente in un aneddoto e dove l'autore riesce
comunque e sempre ad avere un approccio positivo alle mille miserie e difficoltà della vita quotidiana.
E alla fine le sue parole (come le illustrazioni all'interno del libro) riescono nell'incantesimo più misterioso ed emozionante: regalare a Lluís il movimento.
|