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Vorremo rinunciare a definirlo in maniera univoca. Non vogliamo assumerlo come dato fattuale scontato e non vogliamo reificarlo e "deificarlo".
Tutto si può dire infatti del gruppo (e di ogni altro oggetto della psicologia) tranne che possa essere "neutrale" rispetto ai modelli, ai contesti, agli obiettivi, alle esperienze, alle trame dei rapporti in cui viene usato.
Gruppo allora in primo luogo come segno aperto, polisemico, da significare, da
contestualizzare.
Gruppo - anche - come ulteriore pre-testo per esplicitare i criteri che orientano il nostro modo di accostarci alla professione psicologica e ai suoi oggetti.
"¡GRUPPO!" per mostrare senza reticenze quello che ci sentiamo di proporre con entusiasmo "esclamativo".
Indice:
Roberto Rizzo, La psicologia e il gruppo
Gianni Montesarchio, Claudia Venuleo, Per un approccio dialogico e contestuale al gruppo
Viviana Fini, Dal mito del gruppo all'utilizzo del gruppo come strumento di intervento: il gruppo come "assetto della relazione"
Gianni Montesarchio, Claudia Venuleo, Il gruppo come dispositivo generativo
Eleonora Marzella, Giocare il gruppo. Dalla lezione ai metodi attivi: il gioco come strumento di narrazione
Gianni Montesarchio, Claudia Venuleo, Il gruppo come spazio privilegiato della formazione clinica alla clinica
Marco Guidi, Il gruppo nella pratica della ricerca psicologica
Epilogo
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