Questo Quaderno del Centro Psicoanalitico di Roma, sezione locale della Società Psicoanalitica Italiana, raccoglie le riflessioni di diversi Autori sulla naturale non rappresentabilità della morte. Il volume esplora e si interroga sulle forme attuali di conoscenza che l’impatto della morte sulla vita fornisce alla vita inconscia.
La considerazione del limite di rappresentabilità della fine della propria vi
ta può arricchire lo psichismo, dispiegare gli investimenti libidici, aprire alla creatività o inibire e sgomentare fino all'annichilimento.
L'attuale diffusa sofferenza narcisistica nelle sue varie espressioni comporta, per il pensiero, limitata capacità di elaborare il distacco, rischio di accostarsi alla morte reale e fantasmatica con funzioni rappresentative e di simbolizzazione poco stabili. L'immaginario si impoverisce e il confronto con tale ineludibile esperienza umana non può che essere, i
n varie forme, rifuggito o svolgersi in economia. Così diventa spesso insostenibile fronteggiare i sentimenti di mortificazione, vissuti come vere e proprie minacce di morte, o vivere come stimoli le frustrazioni e gli insuccessi. Il tempo dell'elaborazione necessaria manca e si fa spazio la tendenza ad agire in maniera compulsiva nel reale, privilegiando il percettivo, negando o dissociando il peso e la complessità del lavoro psichico.
Si è così sollecitati ad alimentare soluzioni che protraggono
funzionamenti della mente che possono allora essere caratterizzati dalla temporalità e dall'onnipotenza infantili. Tali soluzioni difensive trovano facile alimento e appoggio su un corpo che sembra ora resistere al tempo e all'invecchiamento.
Il corpo diviene oggetto di manipolazioni e la sua connaturata funzione di segnatempo è minimizzata o parzialmente messa a tacere.
Restano, a ricordare la via da percorrere, i naturali limiti del pensiero del bambino e dell'adolescente nell'elaborazione del l
utto; spesso però tali limiti non trovano nel mondo adulto adeguate risposte da offrire ai loro psichismi in crescita.
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