La Lettera ai Filippesi è una delle lettere che Paolo scrive dalla prigionia e l’ultima sua lettera autoriale. Essa è indirizzata alla comunità di Filippi, prima chiesa fondata da Paolo in territorio europeo ed esprime un forte carattere personale; una lettera che manifesta l’affetto dell’Apostolo per questa comunità che lo ha sostenuto e continua a dimostrargli fedeltà, anche se è attraversata da tensioni e conflitti.
Il registro argomentativo esplicito e implicito che attraversa questa lettera
è quello della mimesi, intesa non come semplice imitazione, ma come riproduzione che ripresenta e rappresenta il vangelo di Cristo e fonda la gioia del cristiano, di cui Paolo parla in questa lettera con accenti di grande intensità.
È in questa lettera che per la prima volta nel Nuovo Testamento a Gesù Cristo Signore è attribuito il titolo di «salvatore».
Tra le peculiarità di questa collana, quindi anche di questo volume, si segnala l’analisi esegetica dettagliata di tutto il libro, l’ap
profondimento degli aspetti teologici emergenti dal testo e la metodologia che adotta non solo il metodo storico-critico, ma anche l’analisi retorico-letteraria.
Caratteristica di questa collana è anche la traduzione che ogni curatore fa dal testo originale e che permette una lettura più genuina del testo stesso, oltre che un confronto stimolante con le diverse traduzioni disponibili. In particolare proprio in questa opera è evidente la cura del Commentatore che introduce nella sua traduzione aspet
ti interpretativi non consueti e stimolanti.
L’opera è indirizzata a studiosi e ricercatori, oltre che agli studenti e frequentatori di corsi biblici.
«Nella storia umana sono stati dettati
innumerevoli lettere o messaggi dalle prigioni,
quando le ultime volontà si riducono all’essenziale...
Nel caso di Paolo non c’è stato alcun rimpianto,
perché il suo vivere è diventato Cristo e il morire un guadagno,
il suo sguardo si è proteso in avanti,
verso l’incontro
con il suo Signore e salvatore».
(Antonio Pitta)
La collana è diretta da Rinaldo Fabris ( Nuovo Testamento) Gianantonio Borgonovo ( Primo Testamento) e Olimpia Cavallo ( ideazione e coordinamento). Si caratterizza per il rigoroso metodo scientifico, attento alla dimensione storica e letteraria, estetica e teologica del testo. Essa rappresenta una nuova traduzione condotta sui testi originali dagli autori e autrici del commento. Si rivolge a quanti sono interessati allo studio e alla conoscenza approfondita della Bibbia.
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