Esiste uno stretto parallelismo tra l’atto fisico più creativo – fare un figlio – e lapiù alta funzione mentale, elaborare un’idea.
Non a caso si usa lo stesso verbo,«concepire». E non a caso per descrivere l’attività intellettuale si attinge a un
campo metaforico che fa continuo riferimento alla generazione. «La metafora
della generazione è così istintiva in noi che nemmeno rileviamo più l’etimologia del
termine “concetto”, e non ci stupisce per nulla che il cervello venga inteso come
luogo di co
ncepimento».
Lì si è originato l’archetipo della maternità maschile:
gli uomini fanno con la mente ciò che non possono fare con il corpo, ossia
diventare gravidi e partorire.
Attorno a queste «cose prime», con cui tutti noi ci
confrontiamo, ragiona Francesca Rigotti, interrogandosi sul pensiero materno, su
«cuore di mamma» e «testa di mamma», sulla «seconda nascita» spirituale e sulla
«doppia nascita» cristiana, e maneggiando mitologia e filosofia con il garbo di chi
non dà nulla p
er scontato.
l'autrice
Francesca Rigotti (1951) ha insegnato presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Göttingen è stata visiting fellow all’Università di Princeton e docente all'Università di Zurigo; attualmente insegna presso la Facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università della Svizzera italiana a Lugano.
La collana: Temi
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