Luglio 1807: Napoleone Bonaparte, imperatore dei francesi, e Alessandro I, zar di tutte le Russie, stipulano un trattato per dividere l'Europa in due sfere d'influenza.
Ma l'accordo non è destinato a durare, sia per il fallimento del blocco continentale contro la Gran Bretagna sia per gli insanabili contrasti tra le due Corone sul destino da riservare al ducato di Varsavia e all'impero ottomano. E così, cinque anni dopo è la guerra: nel giugno 1812 Napoleone invade la Russia per piegare Alessan
dro I al proprio piano di egemonia continentale.
Al comando di un esercito ritenuto invincibile e convinto di dover affrontare truppe male armate e poco addestrate, guidate da un sovrano irresoluto, l'imperatore francese incontra invece una resistenza accanita, che prima lo inchioda nel gelo dell'inverno e poi lo costringe a una rovinosa ritirata, trasformando quella che doveva essere una marcia trionfale nell¿annientamento della Grande Armée e consentendo ad Alessandro I di entrare a Parigi,
il 31 marzo 1814, come «liberatore dell'umanità».
Sostenuto da un'eccezionale quantità di dati d'archivio inediti e sorprendenti, il racconto di Dominic Lieven rende finalmente giustizia alle doti militari e alla lungimiranza strategica del sovrano russo, dei suoi consiglieri e generali, nonché all'eroismo e al valore dei suoi fanti e cavalleggeri, e illumina ogni aspetto della guerra «totale» combattuta dalla Russia contro Napoleone: la sottile arte della diplomazia nei rapporti con gli alleat
i, l'uso spregiudicato e sapiente dello spionaggio, le singolari modalità di reclutamento e vettovagliamento dei soldati, l'immane sforzo produttivo compiuto per sette anni dalle manifatture tessili e dalle officine belliche, e, soprattutto, le atroci sofferenze e l'ineguagliabile coraggio del popolo russo. Senza tacere delle frequenti disfunzioni nella catena di comando delle forze armate antinapoleoniche, provocate dalle rivalità, dalle invidie e dai rancori che permeavano i rapporti tra i suscettibili ge
nerali dei vari stati maggiori.
I sette straordinari anni d'inizio Ottocento narrati magistralmente da Lieven cambiarono per sempre le prospettive e le sorti di tutti i paesi del Vecchio Continente e conferirono alla Russia quel ruolo di potenza al confine tra Occidente e Oriente, insieme minacciosa e protettrice, che sia pure in forme e modi diversi continua a esercitare anche ai nostri giorni.
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