Apparteneva a quella categoria di uomini - vagamente indisponenti, quasi sempre calvi, bassi, grassi, intelligenti - che, per ragioni misteriose, attraggono certe belle donne. O così credeva, e pensarlo pareva bastare.
Aiutava inoltre il fatto che alcune lo considerassero un genio in attesa di essere salvato. Ma negli ultimi tempi Michael Beard era un soggetto in condizioni mentali limitate, anedonico, monotematico, sofferente.
Il suo quinto matrimonio si andava disgregando e lui a
vrebbe dovuto sapere come comportarsi, assumere una prospettiva lungimirante, riconoscere la propria colpa.
I matrimoni, i suoi perlomeno, non si susseguivano forse l’uno all’altro al pari di fenomeni ondosi, o di maree?
L’ultimo tuttavia era diverso.
Non sapeva come comportarsi, la lungimiranza lo amareggiava e per una volta non aveva colpe da attribuirsi, a suo modo di vedere.
Qui era sua moglie ad avere una relazione e anche in forma scoperta, punitiva e chiaramente senza
il benché minimo rimorso. Lui intanto, travolto da una ridda di emozioni, si scopriva dentro momenti di intenso desiderio e di vergogna.
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