1453: da più di mille anni le mura di Costantinopoli proteggono la capitale del glorioso impero romano d’Oriente, ultimo avamposto del la Cristianità.
Ma le armate turche hanno circondato la città, i loro poderosi cannoni sono puntati contro i bastioni, e nessuno verrà in aiuto degli assediati: l’ultimo esercito crociato è stato distrutto nella pianura del Kosovo. Mentre si prepara la battaglia finale, tre figure cercano di imprimere il proprio sigillo sugli eventi: il giovane sultano Maometto,
appena tornato dall’esilio e voglioso di dimostrare la sua grandezza; l’orgogliosa principessa bizantina Sofia, estremo baluardo della gloria passata; il coraggioso diplomatico e generale italiano Giovanni Longo, che ha anche ragioni molto personali per combattere fino alla morte. Dalla loro sfida, in un crescendo di complotti, doppi giochi e tradimenti tra gli assalitori turchi e nella corte imperiale, dipenderà il destino di un mondo, e una delle grandi svolte nella storia dell ’umanità.
“Lon
go giaceva immobile sotto i corpi di due soldati morti. Aspettava che passassero le ultime truppe turche. Dopo aver sbaragliato la crociata cristiana, ora il nemico camminava intorno a lui sul campo, affondando gli stivali nella terra inzuppata di sangue.
Alla fine calò il silenzio, interrotto soltanto dai gridi striduli dei corvi. Uno si posò su un cadavere vicino a Longo e si mise a becchettare la carne tenera del viso.
Si alzò indolenzito, diede un calcio al corvo che volò via gracchiando, p
oi sfoderò la spada, una lunga lama sottile di acciaio grigio scuro. La battaglia non era finita e il cavaliere, tra i gemiti dei feriti, iniziava ora a combattere.”
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