Un ricercatore in filosofia si imbatte del tutto casualmente nel nome di Gaspard Languenhaert, oscuro filosofo del Settecento propugnatore di una singolare quanto esclusiva (nel senso letterale del termine) "filosofia dell'egoismo", dottrina in base alla quale il mondo non esiste in quanto fatto oggettivo, ma è semplicemente una proiezione mentale dell'individuo.
Le tracce storiche sul bislacco personaggio sono estremamente scarse, sembra addirittura che nel tempo qualcuno le abbia fatte voluta
mente sparire, e il nostro intraprende quindi una caccia per biblioteche, archivi e soffitte di castelli alla ricerca di documenti che dimostrino la reale esistenza di Languenhaert e spieghino la sua arcana filosofia.
Attraverso le scoperte del ricercatore, quindi, il lettore viene a conoscenza della strana dottrina dell'uomo che affermava di essere l'unica entità realmente esistente, e della vita assurdamente comica da lui condotta in un mondo che, sempre secondo la sua dottrina, non è "vero",
ma promana dalla sua mente. Il tutto culmina in un finale a sorpresa che giustifica pienamente come il mondo, negato dal filosofo, non abbia conservato del filosofo alcuna traccia.
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