Nel paese di Buddha e Gandhi i contadini si suicidano.
E le donne non trovano acqua da dare ai figli.
Ma in Occidente si continua ad alimentare l'illusione del miracolo economico. Oggi il volto dell'India è spezzato in due: quello fasullo dell'India "splendente", nuova piattaforma tecnologica, futura superpotenza, e quello reale: l'India dei più poveri che pagano il prezzo dell'agricoltura industriale, dove acqua e cibo diventano merce, più che diritto.
In India le corporation brevet
tano le sementi costringendo i contadini a indebitarsi, privatizzano le risorse naturali, sfruttano le differenze culturali.
Una speranza esiste: si chiama democrazia economica e il popolo indiano la conosce bene. Biodiversità come ricchezza, multiculturalità come risorsa, tradizione come futuro.
La collana: Saggi
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