Ridisegnare la competizione a partire dalla collaborazione: ci vuole un nuovo modello per recuperare il tempo perduto.
Il mondo occidentale si è cullato nell’idea che l’abbondanza di beni non finisse mai, fino a quando si è dovuto bruscamente risvegliare di fronte ai problemi posti dalla crisi, che hanno messo in discussione i suoi modelli di vita e di società.
Le analisi ex post sono state quasi tutte di carattere economico-finanziario: quasi nessun macroeconomista si è posto il problem
a di quanto i fondamentali dell’economia possano dipendere dai fondamentali della natura umana.
Per contro è stato forte il richiamo sociale e religioso all’esigenza di maggiore eticità nei comportamenti e alla necessità di introdurre regole più stringenti e orientate a recuperare comportamenti moralmente più rigorosi.
È importante ripensare l’economia per favorire processi di crescita più rispettosi dell’equità nella redistribuzione della ricchezza, in un contesto globale dove la crescente interdipendenza richiede politiche condivise, più orientate a una collaborazione costruttiva che a una competizione distruttiva.
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