Curzio Malaparte, al secolo Kurt Erich Suckert, nacque nel 1898 e morì nel 1957. Più della metà dei suoi cinquantanove anni fu attraversata da quella che egli stesso definì «la guerra lampo dei Trent’anni» del Novecento.
Dal 1914 al 1945 lo scrittore ebbe modo di osservare e registrare la straordinaria violenza prodotta dalla guerra totale, una guerra in cui sfumarono, sino a scomparire del tutto, le convenzionali linee di demarcazione tra società armata e società disarmata, tra militari e civi
li. Tra il 1940 ed il 1943 Malaparte seguì il dilagare del conflitto nella triplice veste di combattente, di giornalista e di scrittore.
In questa sede viene ricostruita, alla luce di numerose fonti archivistiche, l’attività del Malaparte corrispondente di guerra tra il 1940 e il 1943 e gli esiti editoriali di questa sua esperienza: il rapporto, non sempre sereno, tra lo scrittore e Aldo Borelli, direttore del «Corriere della Sera», nel più complesso intreccio con il sistema di controllo della
stampa messo a punto dal fascismo (di cui Malaparte stesso fu vittima in più di una occasione); la genesi lunga, laboriosa e sfortunata dei due volumi più strettamente legati a quegli anni (Il sole è cieco e Il Volga nasce in Europa); le relazioni, a volte tese e burrascose, tra lo scrittore e gli editori Mondadori e Bompiani. La puntuale ricostruzione qui proposta fa emergere il ritratto di uno scrittore-giornalista che seppe raccontare come pochissimi altri suoi contemporanei la tragedia della gu
erra totale, intuendone, con grande intelligenza, gli elementi di novità.
L’autore:
Enzo R. Laforgia insegna Filosofia e Storia presso il Liceo classico «E. Cairoli» di Varese e collabora con Università e centri di ricerca in Italia e in Francia.
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