Sulle tracce archeologiche dell’Apostolo
Una delle figure più imponenti, e non solo per la storia del cristianesimo, è sicuramente Paolo di Tarso.
Figura controversa e dibattuta, è senza dubbio una delle personalità più affascinati di tutti i tempi. L’Apostolo delle genti era il migliore “pi-erre" che Cristo stesso potesse assumere per diffondere il suo vangelo. Era uno che non lasciava mai un’opera sospesa. In lui, la scelta radicale per Cristo, novità ineguagliabile, l’assenza di compromes
si e la dedizione infaticabile per il vangelo con tutte le conseguenze impressionano ancora oggi. Affatto opportunista: infastidiva ebrei e romani, e persino i nuovi fratelli nella fede. Per tutta la vita, Paolo agì alla luce del Risorto, che gli era apparso sulla via di Damasco. Come fulminato, abbandonò in terra – in cocci – tutte le sue certezze precedenti. Qualcosa di nuovo e di meraviglioso gli si era rivelato: la visione della nuova alleanza di Dio con l’umanità.
(Dall’Introduzione di Michael He
semann)
Come chiaramente è indicato nel sottotitolo, l’Autore sceglie di presentare Paolo di Tarso a partire da documenti archeologici che mettono in luce il cristianesimo delle origini che l’Apostolo ha portato fino ai confini del mondo conosciuto. Studiare il cristianesimo delle origini significa incontrare Paolo; infatti nessun altro apostolo ha lasciato tante tracce di sé nella storia.
L’Autore ha seguito per anni queste tracce viaggiando nei luoghi che lo hanno visto instancabile mi
ssionario di Cristo. Un libro molto affascinante dove documenti archeologici e iconografici aiutano a tracciare il profilo del più cosmopolita degli apostoli e di uno dei più grandi missionari e teologi di tutti i tempi.
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