|
|
Letteratura | Testimonianze | |
|
|
AMERY JEANIntellettuale a AuschwitzBollati Boringhieri |
| |
Con inesorabile precisione e passione di verità, Améry registra le disfatte dello spirito a Auschwitz, a cominciare dalla peculiare inferiorità nella quale, nel Lager, vengono a trovarsi gli intellettuali: l’inadeguatezza alla dimensione meramente fisica cui è stata ridotta la vita fa di essi dei paria fra i paria; l’umanesimo scettico e autocritico, privo di certezze assolute, li rende più indifesi rispetto a chi, come i credenti e i militanti politici, possiede una fede incrollabile e una spiegazione inop pugnabile. In questo senso la riflessione si rivela, per l’intellettuale, causa di un’ancor più insidiosa fragilità, impedendogli di illudersi e costringendolo a scrutare sino in fondo l’annientamento della morale, e a dubitare dei valori che non hanno saputo dominare il bruto corso degli eventi. Autore di due altri grandi libri – sull’invecchiare e sul suicidio – Jean Améry si rivela un maestro di dignità e di libertà. l'autore Jean Améry, pseudonimo di Hans Mayer, nasce a Vienna nel 1912 da famiglia e braica non praticante. Compie studi di lettere e filosofia. Con l’annessione dell’Austria alla Germania nazista, emigra in Belgio e si unisce alla Resistenza. Arrestato dalla Gestapo nel 1943, viene torturato e poi internato nel campo di concentramento di Auschwitz fino alla liberazione. Muore suicida nel 1978. Tra le sue opere Bollati Boringhieri ha pubblicato: Rivolta e rassegnazione. Sull’invecchiare (1988), Levar la mano su di sé (1990) e Charles Bovary, medico di campagna. Ritratto di un uomo semplice (1992). La collana: Varianti
I libri dell'editore Bollati Boringhieri
|
|
Data ultimo aggiornamento: Martedi' 17 maggio 2011