Dopo l'assassinio dell'operaio e sindacalista Rossa, Guagliardo, che aveva partecipato all'azione omicida e da subito intuí la portata della tragedia accaduta, proseguí la militanza nelle Brigate rosse, segnata da altri delitti.
Dopo l'arresto e l'abbandono dell'organizzazione si chiuse nel silenzio.
Oggi accetta di parlare con fatica, e ricostruisce la trama, umanamente e socialmente dura, per molti aspetti inedita, di quell'agguato del gennaio 1979, della sua vita e di una stagione che in troppi hanno vo
luto nascondere.
Con i giudizi di ieri e di oggi su quel periodo di mutamenti e di violenze.
Il libro diventa cosí vero libro di storia, con il ricordo soggettivo di ciò che erano realmente le Brigate rosse dentro le fabbriche, e con la ricostruzione dei percorsi che hanno portato alla scelta della lotta armata.
La narrazione appassionante e viva di Bianconi affianca, alla verità difficile e scomoda del brigatista Guagliardo, la verità assoluta delle vittime, attraverso la figura di Sabina Rossa,
la figlia di Guido.
Per provare a chiudere del tutto una stagione, e aprirne un'altra.
- Pronto?
- Buongiorno, vorrei parlare con Vincenzo.
Da dieci anni Vincenzo traduce libri per ciechi.
E da quasi venticinque sta in carcere, anche se adesso può uscire al mattino e rientrare in cella la sera. Durante il giorno si mette al computer e trasforma interi volumi, dei piú svariati generi, in ipertesti leggibili dai non vedenti.
I movimenti lenti, gli occhiali dalla montatura leggera, i baffi imbiancati e i pochi capelli rimasti gli dànno un'aria da pensionato disilluso, che si fa compagnia con sigarette e caffè.
|