La malattia tumorale può condizionare fortemente lo sviluppo psicologico del bambino: il disagio e il dolore causati dalla malattia e dalle cure, unitamente agli inevitabili sconvolgimenti della quotidianità successivi alla diagnosi, possono causare problemi psicologici e del comportamento che complicano il percorso terapeutico e riabilitativo.
Inoltre, lo sgomento degli adulti conseguente alla diagnosi si traduce spesso in una paralisi della comunicazione tra il bambino e le persone che lo circon
dano: i genitori e il resto della famiglia, ma anche il personale sanitario, gli insegnanti, i coetanei. Così la malattia diventa un argomento di cui non si può parlare e il bambino si sente spesso "abbandonato" dalle figure che fino ad allora gli avevano garantito serenità e protezione.
Questo libro vuole aiutare il lettore a conoscere i vissuti del bambino malato di tumore e le strategie di una relazione sincera ma rassicurante: le parole giuste al momento giusto non possono guarire la malattia,
ma possono contenere il turbamento che essa provoca e fornire al paziente un forte sostegno nel percorso di cura.
Alla luce della loro lunga esperienza, le autrici si soffermano inoltre sulle modalità di valutazione e di trattamento degli esiti cognitivi, psicologici e comportamentali della patologia oncologica, con particolare riferimento alla specificità del tumore cerebrale.
Il volume rappresenta quindi un valido strumento di conoscenza e di intervento per tutti coloro che, a vario titolo, af
frontano la difficile sfida di aiutare a vivere e a crescere un bambino malato di tumore.
Le autrici
Annarita Adduci, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, fa parte dell'Unità di riabilitazione neuro-oncologica infantile dell'IRCCS "Eugenio Medea" ed è docente a contratto di neuropsicologia dello sviluppo presso la facoltà di Psicologia dell'Università degli Studi di Torino.
Geraldina Poggi, specialista in neuropsichiatria infantile, è responsabile dell'Unità di ria
bilitazione oncologica infantile presso l'Unità per le cerebrolesioni acquisite dell'IRCCS "Eugenio Medea", dove dal 1993 si occupa in particolare degli aspetti psichiatrici e comportamentali dei pazienti post-traumatici e post-tumorali.
Strumenti per il lavoro psicosociale ed educativo
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