L’ingegner Feliciano Roberti “vantava trent’anni di lavoro nell’ufficio progettazione della Grande Industria di Automobili, tangenziale alla gran Taurinorum, a pie’ dei monti o Pedemontium”. Però questo ingegnere sublime, venuto dal Sud, non possiede un’automobile propria e nemmeno ha una moglie. Un amore, garbato e pudico, lo ha avuto con Eliana al “sedile dei giardini pubblici”, ma è svanito per l’opposizione del padre di lei.
Dopo dieci anni, vede o immagina Eliana al volante di una fuoriseri
e della sua fabbrica e, distratto dall’improvvisa ‘visione’, incoccia nell’auto finendo all’ospedale dove i medici gli riscontrano “la convivenza, dopo quel suo fatale scontro con la macchina, delle sue orecchie o rotondità auricolari, con le rotondità dei suoi genitali”, per cui si merita il nome di signor Rovesciano. A questo punto riscatta nascostamente la carcassa dell’auto e inizia una sorta di viaggio nuziale, da solo e senza consorte, attraversando tutta la Penisola con i più diversi mezzi di traspor
to (chiatta, camion, motopeschereccio, una mula) fino a incontrare il cantastorie Aulo in Carnia; il viaggio è esilarante e grottesco, e l’Auto-ferma, che è la radice di tante metafore, ne è la protagonista assoluta.
In viaggio con l’Auto-ferma (finora inedito) si sviluppa, realistico e visionario, su molti piani e rimandi: ha come significato immediato un’opposizione radicale, ma non gridata, contro “la macchineria mondiale”; è soprattutto un viaggio d’amore immaginato, con Eliana. Russello man
ifesta tutta la sua grandezza e originalità letteraria, usando per questo incredibile ‘itinerario’ italico una lingua rarefatta e desueta, filosofica e tecnica, ma anche poetica e doviziosa, che lo ‘deforma’ estendendo il grottesco fino a un’ironia evidente, scoppiettante e maliziosa. Il signor Rovesciano sembra un cavaliere della Tavola Rotonda, precipitato in un secolo alieno che non è il suo, un piccolo Don Chisciotte moderno non accompagnato dallo scudiero ma soltanto dalla sua solitudine.
I
l romanzo ha un movimento interno travolgente, soprattutto una tenerezza d’amore impalpabile che fa di questo ‘trattatello antico’ un gioiellino ‘sperimentalista’, un’opera profonda con una sua forza primigenia e invisibile; esso si trasfigura in una via crucis laica e misteriosa.
|