Paolo ha quattro anni e alla vigilia della Prima guerra mondiale trascorre le vacanze a Semedella, vicino a Capodistria, nella casa al mare dei nonni. È l’estate dei perché, delle grandi meraviglie e delle grandi delusioni.
È la stagione in cui il bambino sperimenta per la prima volta i sentimenti dell’amicizia e del rancore e fa la conoscenza di oggetti misteriosi e affascinanti come il grammofono («una specie di cassetta da cui si alza una grande tromba»), l’automobile (una carrozza con «venti
cinque cavalli invisibili») e le «leggendarie» redini bianche, che si mettono ai cavalli nei giorni di festa, prezioso segreto tra Paolo e il cocchiere Toni.
Teatro di questa straordinaria guida sentimentale alle scoperte dell’infanzia è l’Istria dove Quarantotti Gambini è cresciuto e di cui è stato il più felice evocatore, terra perennemente contesa fra «tre bandiere», un tempo dominio austriaco, e, dopo la Seconda guerra mondiale, definitivamente sottratta all’Italia.
L'autore
Pier Antonio Quarantotti Gambini nacque a Pisino d’Istria nel 1910 e morì a Venezia nel 1965. Tra le sue opere, i romanzi La rosa rossa (1937) e L’onda dell’incrociatore (Premio Bagutta 1948). Le redini bianche, ritrovato tra gli appunti dello scrittore e pubblicato postumo, fa parte della sua opera più ambiziosa, il ciclo d’ispirazione autobiografica Gli anni ciechi.
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