Questo è il quinto dei nove volumi che costituiscono ilTrattato teorico-pratico di diritto penale.
L’obiettivo che esso si propone è di esplicitare la correlazione esistente tra i problemi applicativi (la prassi) del diritto penale e le ragioni (la t
eoria) alla base delle relative soluzioni. Nel rivolgersi ai professionisti quali propri destinatari naturali o quanto meno principali, il Trattato orienta volutamente tale dialettica verso il polo della prassi.
Nell’analisi dei singoli istituti o fattispecie incriminatrici, la bussola è perciò costituita dalle problematiche che emergono nell’applicazione della norma penale; lo scopo essenziale è indagare le aporie e i punti di torsione segnalati in via prioritaria dalla pratica giurisprudenzia
le chiarendone la genesi e le ipotesi di risoluzione.
Senza trascurare, ovviamente, l’esigenza di fornire un quadro il più possibile chiaro dello ‘stato dell’arte’ e degli esiti ermeneutici consolidati in ogni singolo comparto del territorio penalistico intra codicem nonché pertinente ad alcune normative complementari di particolare importanza.
Muovendo da una concezione dinamica dell’esperienza giuridico-penale, il Trattato ne vuole fornire un vademecum, veicolando il significato
che la norma penale (di parte generale o speciale) assume in sede giurisprudenziale.
Nella convinzione di fondo che uno dei possibili antidoti alla crisi della legalità penale tradizionale, determinata dalla crescente complessità sociale, è rappresentato da una maggiore consapevolezza critica delle ragioni e delle regole operative che sovrintendono alla formazione degli orientamenti delle Corti.
Diretto da Francesco
Palazzo e Carlo Enrico Paliero
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