Chi non riconosce nell'esilio uno dei temi più antichi e drammatici della cultura occidentale? L'esilio è, ad un tempo, un topos letterario e il marchio fatale che ha segnato la vita di popoli e di individui, dai più umili ai più famosi: esuli furono Ovidio, Dante, Galileo, Foscolo. In un tempo più vicino a noi, esule è stato Freud.
Nel Novecento intere popolazioni del mondo sono state costrette all'esilio, in un tragico contrappunto con i genocidi, i massacri di massa, le guerre civili che hanno mutat
o il corso della storia del mondo.
Avvalendosi delle riflessioni metapsicologiche incentrate sui concetti di scissione, di abolizione della percezione interna, di rigetto e diniego (i concetti freudiani di Verneinung , Verleugnung e Verwerfung ) l'autrice sottolinea l'inevitabile ridimensionamento che tali meccanismi apportano al meccanismo della rimozione, e segnala come l'esilio dell'Io nella psicosi attraversi uno squilibrio che danneggia l'Io e che viene visto all'interno di un unico paradigma stru
tturale traumatico .
Di qui viene sviluppata l'ipotesi dell'esilio dell'Io come di una forma transizionale della mente che oltrepassa la psicosi. Si tratta di un'ipotesi teorica che scaturisce da una vasta esperienza clinica, ampiamente descritta, e si riaggancia alla proposta da Freud espressa nel Compendio di Psicoanalisi , dell'esistenza di un " angolino dell'animo ", dal quale l'Io vigila anche nei casi più tragici della vita psichica.
L'autrice
Marina Breccia è medico, psichiatra
, psicoanalista, Membro Ordinario della SPI e dell' IPA. È autrice di " Le parole ritrovate ", Borla, Roma, 2006. Ha inoltre pubblicato: "La honte entre sentiment et scission", in Trono C., Bideaux M. (a cura di) Il n'y a plus d'honte (J. Lacan) dans la culture ", Penta, Paris, 2009; "L'impasse identitario nella psicosi" in A.A.V.V. Metapsicologia. Quali confini? , Edizioni Plus, Pisa 2010, e articoli su riviste nazionali ed internaziona
Ricerche su psicoanalisi e condizione umana
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