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I padri della chiesa,
profondamente radicati nella Scrittura, ci hanno lasciato in eredità un
ricco tesoro non solo di testi ma anche di modi, forme, gesti
di preghiera .
Oggi, soprattutto il cristianesimo occidentale, ha bisogno di riscoprire l’intima
unione che deve esistere – nella preghiera come in ogni aspetto della
vita cristiana – tra teoria e prassi, tra contemplazione e esercizio
pratico.
A pregare si impara pregando, e tutto il nostro essere è chiamato a
partecipare a quest’opera: la mente, il cuore, ma anche il corpo, lo
sguardo, i sensi. L’autore – eremita di grande discernimento spirituale,
profondo conoscitore di Evagrio e dei padri del deserto, ma soprattutto uomo
di intensa preghiera – ripercorre con sapiente coerenza questa
compenetrazione tra ciò che si crede e ciò che si esprime nella
pratica della preghiera: una riscoperta affascinante del tesoro
prezioso contenuto nei vasi di argilla dei nostri corpi
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