Descrizione | |
Pavel Alexandrovic Florenskij (1882-1937) è uno dei vertici della teologia e filosofia russa, a cui si aggiungono competenze scientifiche che lo hanno designato il «Leonardo russo». Il vol. è considerato il suo capolavoro. Scritto in successive tappe, appare nella redazione definitiva nel 1914 con l’attuale sottotitolo.
La teodicea di Florenskij non è condizionata dalla teoria classica della giustificazione di Dio a partire dall’idea di un governo divino buono e razionale del cosmo, ma come fondamento veritativo della ragione: «Il dogma della Trinità consustanziale diventa la radice comune tra la religione e la filosofia e in esso viene superato il secolare conflitto dell’una con l’altra. Dopo le tenebre dell'ideologia e del totalitarismo stalinista che hanno travagliato il XX secolo, spezzando anche la vita di Florenskij e oscurandone l'opera per oltre settantanni, oggi questa finalmente riappare nella sua integrità e in tutto il suo vigore sorgivo. I dodici capitoli dei quali si compone, concepiti come lettere a un amico, ancora oggi stupiscono non solo per la vastità e complessità di conoscenza, per il coraggioso tentativo di far interagire tra loro i diversi saperi e le molteplici forme e possibilità della ragione, ma soprattutto per la profondità dello sguardo rivolto verso gli abissi dell'umano, nell'agonica ricerca di una luce di salvezza, di un'autentica sapienza d'amore | |
Scheda creata Martedi' 22 luglio 2014 | |
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