Descrizione | |
Anche dei sentimenti morali si può scrivere la storia. Nel caso della compassione – il «patire con», il moto dell’animo che ci spinge a condividere l’altrui sofferenza – è una storia disputata, cangiante, piena di sfumature, di obliquità e di colpi di scena. È la virtù dei deboli o dei forti? Soccorre o ferisce, lacerando il velo di pudore con cui qualcuno nasconde la propria pena? Esprime rispetto o fa trapelare il disprezzo per l’incapacità dell’altro di soffrire da solo? In ambito sociale è una risorsa,
come vorrebbero i teorici del capitalismo compassionevole, oppure soltanto un surrogato ipocrita della giustizia? Si esercita su tutto il vivente? Ed esiste un tempo in cui muore la pietà? Secondo un tracciato mai ovvio, il comparatista Antonio Prete lascia la parola a teologi, mistici, filosofi, scrittori, segue la geografia culturale della misericordia e interpella le grandi immagini del compianto nell’arte. Racconta, in tutte le sue modulazioni, il sentire della compassione. | |
Antonio Prete | |
ha insegnato Letterature comparate presso l’Università di Siena. È autore di saggi (Nostalgia. Storia di un sentimento, 1992, Il deserto e il fiore. Leggendo Leopardi, 2004, I fiori di Baudelaire. L’infinito nelle strade, 2007), narrazioni (Trenta gradi all’ombra, 2004, L’ordine animale delle cose, 2008), poesie (Menhir, 2007, Se la pietra fiorisce, 2012). Ha tradotto I fiori del male di Baudelaire (2003). Presso Bollati Boringhieri sono usciti Trattato della lontananza (2008) e All’ombra dell ’altra lingua. Per una poetica della traduzione (2011) | |
Scheda creata Venerdi' 14 giugno 2013 | |
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