Descrizione | |
«Signora», «santa» e «altissima», la povertà francescana è stata spesso fonte di conflitti interminabili dovuti al modo di interpretarla. Cos’è infatti la povertà? Perché per Francesco è così importante e dirimente? In cosa, per lui, differisce dalla povertà praticata dagli eremiti e dai cenobiti? Soprattutto qual è il suo rapporto con il Cristo, il messia inauguratore dei tempi nuovi? Confrontandosi con tali interrogativi, Carmine Di Sante propone una chiave di lettura d ella povertà francescana che ne individua il senso nella categoria della disappropriazione, istitutiva di una «economia» la cui legge è quella del dono e della giustizia. Nella radicalità di questa ermeneutica si comprende perché la povertà francescana dischiude una nuova forma dell’umano – un nuovo modo di abitare il mondo – che mai come oggi appare attuale, come possibile via per uscire dalla crisi della civiltà in atto, alla ricerca di un umanesimo e di un’antropologia alternativi alla volontà di potenza e di dominio. | |
Scheda creata Sabato 28 settembre 2013 | |
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