Descrizione | |
Lo spirito che anima san Tommaso nel coltivare la sacra doctrina è insieme scientifico e spirituale, o mistico. La sacra doctrina, infatti, è per lui una scienza che ha un metodo razionale o argomentativo, alla stregua delle scienze profane. Ma, nello stesso tempo, essa ha un’impronta fondamentalmente divina. È infatti una scienza subalterna alla scienza che Dio ha di se stesso e che i beati hanno di Dio nella visione del paradiso. Il modello epistemologico della scienza subalterna, mutua to dalla dottrina degli Analitici Secondi di Aristotele, non deroga alla dimensione mistica: la sacra doctrina è in un certo modo un’impronta della scienza di Dio. Questo fa sì che il cultore della teologia abbia un animo disposto a riconoscere l’eccedenza del proprio oggetto di indagine. E il massimo della elevazione della mente alle cose divine consiste in un eccesso dove vale più l’esperienza oscura del silenzio che non la vivacità di concetti superficiali. Di Dio, infatti, possiamo conoscere più ciò che egli non è che quanto egli sia. Il destino del teologo è dunque mistico: entrare nella sublime dotta ignoranza (Summa contra Gentes III, 49) di quella vetta divina dove i misteri divini sono nascosti secondo la superluminosa tenebra del silenzio che istruisce nel segreto, per dirla con Dionigi Ps. Areopagita (Teologia Mistica 1). La sistematicità è oltrepassata nell’esperienza mistica dell’unione con Dio come con uno sconosciuto (Summa contra Gentes III,49). Ed è forse proprio questo il vertice che san Tommaso toccò il 6 dicembre 1273. Fu l’estasi mistica che lo portò a riconoscere che quanto aveva scritto era come paglia di fronte alla visione che aveva avuto. E lì pose termine alla sua scrittura, lasciando appunto incompiuta anche la Somma Teologica . | |
Scheda creata Sabato 15 marzo 2014 | |
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