Descrizione | |
Vi capita mai di scegliere un abito perché il taglio vi slancia? E il colore di una camicia perché sta bene con il vostro incarnato? Oppure, avete messo il parquet in diagonale perché una stanza sembrasse più grande? E colorato la porta del ripostiglio come la parete perché si mimetizzasse nel corridoio? Se vi è mai capitato di fare scelte di questo genere, avete già usato alcuni elementi visivi del progetto, che si basano sulla natura della nostra percezione del mondo. Si tratta, in realtà, di un 'attività progettuale che può essere fatta in modo più o meno consapevole, più o meno responsabile, più o meno professionale. Per cominciare a farlo seriamente, ci si può addentrare in quello spazio di imperfetta sovrapposizione che esiste tra mondo fisico e mondo fenomenico arrivando a scoprire che vi è una certa discrepanza, a volte notevole, tra come le cose sono e come ci appaiono. In tale spazio si muove da sempre il progettista, sia egli artista, architetto o designer. Infatti, il progettista esperto utilizza questa discrepanza come una variabile del progetto aggirandola, sfruttandola, domandola. Vediamo insieme come. | |
L'autore | |
Silvia D. Ferraris è dottore di ricerca in Disegno industriale e Comunicazione multimediale e ricercatore presso il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano, dove svolge attività di ricerca e didattica nell'ambito del design di prodotto industriale, con particolare interesse per lo studio dei metodi e strumenti per lo sviluppo di nuovi prodotti, dalla ricerca al la concettualizzazione. Da alcuni anni studia la relazione tra la percezione visiva e il product design, integrando teoria e pratica e attingendo dalla tradizione disciplinare tipica del Basic Design. | |
Scheda creata Lunedi' 8 settembre 2014 | |
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Dati aggiornati a marzo 2015
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