Descrizione | |
Che le tecnologie digitali stiano cambiando il nostro cervello, i nostri gusti e i nostri comportamenti è un dato acquisito. Se questo però ci renda più stupidi o più intelligenti, resta un problema aperto. Pietro Montani lo affronta qui in chiave estetica, interrogando da filosofo gli effetti delle nuove tecnologie sulla sensibilità e sulla percezione, l’immaginazione e l’interattività.
Il saggio esplora questi effetti dal punto di vista del consumo e della produzione di immagini e li esemplifica riferendosi alle prospettive aperte dalla “realtà aumentata” e dalle “tecnologie indossabili” (per esempio i Google Glass). L’approccio originale adottato da Montani mette l’accento sull’importanza dei processi interattivi e prospetta la possibilità di un innalzamento della loro capacità di dar luogo a fenomeni in senso ampio creativi. È in questo quadro che l’autore propone, da ultimo, un’interpretazione innovativa della sperimentazione artistica. | |
L'autore | |
Pietro Montani insegna Estetica presso la “Sapienza” Università di Roma. Da anni si occupa delle nuove tecnologie in una prospettiva filosofico-antropologica. Tra i suoi ultimi libri Bioestetica (Roma 2007) e L’immaginazione intermediale (Roma-Bari 2010). È il responsabile dell’edizione italiana delle opere di S.M. Ejzenštejn (8 volumi). | |
Scheda creata Mercoledi' 29 ottobre 2014 | |
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Dati aggiornati a giugno 2016
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