Descrizione | |
Ande Boliviane, gruppo del Condoriri. Una cima di 5.500 metri, l’Ala Izquierda. Siamo nel 2006. Una coppia di scalatori affronta una dif?cile via di ghiaccio; a soli 50 metri dalla vetta uno schianto improvviso, un chiodo da ghiaccio che esplode. Un pauroso volo di 400 metri. Lui sopravvive solo qualche ora, lei – la spina dorsale, protetta dallo zaino, miracolosamente illesa – ha una gamba spezzata in più punti, ma è viva. Il suo nome è Isabel Suppé, una ragazza di soli 24 anni, di origine ted esca, ma che ha scelto di vivere in Argentina e si dichiara apolide. Una notte troppo bella per morire è la storia appassionante della sua lotta per la sopravvivenza. Prima trascinandosi per due giorni e due notti lungo il ghiacciaio, tra dolori lancinanti ed allucinazioni. Poi, dopo un avventuroso salvataggio, il lungo calvario di 14 operazioni e la lenta rieducazione, tra cliniche dove si respira l’alito della morte, i ricordi di un’infanzia felice con i nonni alpinisti, la voglia di riprende re ad arrampicare. Una storia appassionante, uno stile di scrittura sobrio e senza retorica, un libro destinato a diventare un classico, come La morte sospesa di Simpson, di cui questa sembra essere la versione femminile. L’edizione originale spagnola Noche estrellada è stata finalista al Premio Desnivel de Literatura e la versione inglese Starry Night è stata finalista al Boardman Tasker Prize. Isabel Suppé ha tre amori: le montagne, le parole e il caffelatte. È nomade e vive nella sua tenda nelle montagne del mondo. Parla sei lingue e dice che l’avventura e la scrittura la perseguiteranno. | |
Scheda creata Lunedi' 17 novembre 2014 | |
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