Descrizione | |
«Al mio gruppo assegnarono il bunker 21. Dentro non c’era letteralmente nulla; la terra gelata del pavimento era il giaciglio che ci offriva il nuovo campo. Scoprimmo che non c’era cucina, non esistevano gabinetti, non c’era acqua, non c’era nessuna recinzione. Dalla parte della steppa solo una cintura di sentinelle alla distanza di cinquanta metri, immerse nella neve» Fondato su materiale inedito proveniente dagli archivi ex sovietici e sulle testimonianze dei sopravvissuti, il libro ricostruisce il destino dei militari italiani fatti prigionieri dai sovietici nella seconda guerra mondiale, raccontandone il terribile calvario dal momento della cattura alle massacranti «marce del davaj» verso i primi campi di raccolta nelle retrovie, dai lager al difficile e contrastato rimpatrio, fino alla «contabilità» dei morti e dei dispersi. Questa nuova edizione ampliata tiene conto di importanti documenti emersi di recente, che contribuiscono a gettare luce su ulteriori aspetti come la questione dei crimini italiani in Russia, l’opera di spionaggio nei lager, l’azione della Cgil e della Santa Sede. Maria Teresa Giusti insegna Storia sociale e Storia contemporanea nell’Università «Gabriele d’Annunzio» di Chieti-Pescara. Con il Mulino ha pubblicato anche «Una guerra a parte. I militari italiani nei Balcani, 1940-1945» (con E. Aga Rossi, 2011). Il presente volume, tradotto anche in russo, ha ottenuto il Premio Cherasco-Storia nel 2005. | |
Scheda creata Lunedi' 17 novembre 2014 | |
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Dati aggiornati a giugno 2015
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