Descrizione | |
Il libro affronta un argomento che non solo non è mai stato indagato, ma neppure considerato nella pur sterminata storiografia di Michelangelo. In alcune figure rappresentate dal genio toscano ricorre un'anomalia curiosa: il quinto incisivo.
Ogni uomo dotato di una chiostra dentaria normale ha due incisivi a metà dell'arcata superiore. L'esistenza di questo tema non deve essere dimostrata perché è certo che il grande artista abbia rappresentato molti personaggi caratterizzati da quest'anomalia, che ai suo i tempi, del resto, era ben nota. Sebbene risulti evidente in alcune opere michelangiolesche, al "trentatreesimo" dente nessuno studioso ha mai fatto caso prima d'ora, eppure si tratta di opere notissime: dalla "Sibilla Delfica" al "Giona" della Sistina, sino alla "Furia" degli Uffizi, alle figure demoniache del Giudizio Universale e all'aguzzino che alza la croce nella Crocefissione di san Paolo nella Cappella Paolina. Questo vuol dire che Michelangelo, con chiara coerenza simbolica, ha usato quest'anomali a anatomica per alcuni decenni attribuendole un preciso significato, che questo libro ora porta alla luce. Il quinto incisivo connota le figure che appartengono al mondo prima della rivelazione di Cristo, ma allude anche alla violenza, alla bestialità, nonché alla natura lussuriosa. | |
Scheda creata Mercoledi' 14 gennaio 2015 | |
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