Descrizione | |
“Mi sono imposta, come unica pratica, di recitare il Pater una volta ogni mattina. […] Talora già le prime parole strappano il mio pensiero dal mio corpo per trasportarlo in un luogo fuori dallo spazio, dove non c’è prospettiva né punto di vista. Lo spazio si apre”. Così Simone Weil racconta a padre Perrin la sua esperienza della preghiera, una pratica essenziale ma anche difficile, per la filosofa che aveva scelto di vivere la fede in maniera assoluta e rigorosa, rimanendo però sulla soglia della Chiesa. Il testo breve e intenso che i curatori presentano in questo volume, scritto durante il soggiorno a Marsiglia, è un commento alla più importante delle preghiere cristiane e rappresenta un distillato purissimo della scrittura religiosa di Simone Weil. In parole semplici e forti emerge dunque un’idea di preghiera che è al tempo stesso un affidarsi a Dio e una messa alla prova, senza facili consolazioni, della propria anima. | |
Scheda creata Sabato 24 gennaio 2015 | |
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