Descrizione | |
L’ultima lezione che Raymond Aron tenne al Collège de France il 4 aprile 1978 – qui proposta per la prima volta in italiano – lascia trasparire l’inquietudine civica che è stata la molla del pensiero e dell’azione del filosofo francese. La rappresentazione del liberalismo e della democrazia è dominata dall’idea formale di una «procedura», sia essa quella del mercato o della garanzia dei diritti, valida in sé e in grado di produrre i suoi effetti indipendentemente dalle disposizioni degli associati o dei cittadini. L’azione che può e deve essere valutata secondo le virtù cardinali – più o meno coraggiosa, giusta, prudente – non trova praticamente più posto, perché l’unica virtù richiesta è quella di applicare le regole che soddisferanno interessi e garantiranno tutele. In un contesto sociale che sembra aver fatto una scelta senza riserve per la libertà a scapito della verità, Aron interroga la «crisi morale delle democrazie liberali». L’inquietudine che le tormenta e può tradursi nelle condotte più irragionevoli è segno che non possono rassegnarsi all’assenza se non di una verità comune, almeno di un bene comune ampiamente condiviso. Sommario INDICE Introduzione. La politica come scienza e come preoccupazione (P. Manent). I. Libertà e uguaglianza. II. Le libertà nelle democrazie liberali. III. Coscienza della libertà e rappresentazione della buona società. IV. Sfide filosofiche ed esperienze della libertà. V. Il rifiuto totale della società come nuovo modo di pensare. VI. Libertà politica e libertà filosofica. VII. L’eccezione felice delle società libere. Riferimenti biografici. | |
L'AUTORE | |
Raymond Aron (1905-1983), sociologo e filosofo francese, ha insegnato alla Sorbona, all’École pratique des hautes études e al Collège de France. Redattore capo di France libre, a Londra, durante la seconda guerra mondiale, è stato tra i fondatori, con Sartre, de Les Temps modernes, editorialista de Le Combat, poi de Le Figaro. | |
Scheda creata Giovedi' 4 giugno 2015 | |
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