Descrizione | |
Psicofarmaci e psicoterapia sembrano avere pregi e difetti spesso complementari: i primi, efficaci, rapidi, poco costosi (anche se non sempre) e poco impegnativi, hanno però effetti collaterali, sono un po' deresponsabilizzanti e, soprattutto, non insegnano a fronteggiare i problemi; la seconda, lenta, faticosa, costosa, insegna però a reagire e contribuisce a modificare idee ed atteggiamenti irrazionali. Lo psicologo, anche se non è abilitato alla prescrizione, si trova comunque a seguire pazienti che usa no psicofarmaci: questa è la norma quando si hanno in terapia pazienti anziani, bipolari, psicotici, depressi. Lo stesso però si nota anche con pazienti con disturbi ansiosi e (spesso con minori giustificazioni) con disabilità intellettiva, diagnosi ADHD, disturbo dello spettro autistico e disturbi di personalità. Il testo prende in esame molti diversi disturbi descritti nel DSM 5 e dimostra come, nei fatti, sia possibile, e talvolta auspicabile, un'integrazione tra intervento psicoterapeutico e psicofarmacologico, tra psichiatria e psicologia clinica. Vengono quindi fornite precise indicazioni pratiche, suggerimenti operativi e prospettive per tale integrazione, con pochi essenziali rimandi teorici e continui riferimenti alla pratica clinica. | |
Scheda creata Giovedi' 23 luglio 2015 | |
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