Descrizione | |
I giovani sono oggi poco interessati a sentirsi dire quello che devono o non devono fare. E poiché chiedono tracce da seguire e non obblighi da assolvere vorrebbero condurre incursioni in ambienti nei quali vivere esperienze, essere accolti e sommessamente accompagnati a trovare se stessi. Per la generazione di Facebook non è un’ottusa incredulità a guadagnare terreno, né l’insensibilità alle faccende dello spirito. Ma non è nemmeno il permanere nella tranquilla certezza religiosa che si poteva possedere in un mondo in cui Dio era dato per scontato. Il credere si manifesta sempre più come desiderio di un’esperienza diretta di relazione capace di produrre coinvolgimento e sentimento, anche in forme che possono essere teologicamente poco elaborate e per certi aspetti non del tutto razionalizzabili. In altri termini, le esperienze vitali attraggono assai più dei catechismi e si coglie la tendenza a passare dal credere in Dio al credere nel mistero di Dio, dalla dogmatica alla mistica, dalla teologia alla poesia. Segno e conseguenza di quella valorizzazione delle emozioni e dei sentimenti che si intravede nella vita di tutti. Sommario Prefazione (A. Castegnaro). I. La percezione dello spazio-tempo. 1. Linda e il crocifisso rubato. 2. Il surf e lo Spirito Santo. 3. Il coraggio di uscire dal recinto. II. L’equilibrio antropologico. 4. Da Charlie Brown a Burt Simpson. 5. Un corpo per la fede? III. Gli stili della evangelizzazione. 6. Maestri, testimoni e innamorati. 7. Chi ama, evangelizza ancora. IV. I mezzi comunicativi. 8. La «Summa», Facebook e Twitter. 9. Il mezzo è il messaggio? V. I contenuti della fede. 10. Dalla necessità alla gratuità. 11. Un passo indietro. 12. Il futuro della fede è ancora possibile. | |
Scheda creata Mercoledi' 23 settembre 2015 | |
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